martedì 31 gennaio 2012

Per capirci.


Cosa rende il corpo meritevole di uno spazio autonomo?

La domanda da porsi, quella che mi ossessiona, è l'individuazione di una dignità a livello epidermico, che ne ridimensioni il senso e restituisca consistenza all'argomento fisico.
"Non corpo politico, né sociale; non corpo in guisa di bandiera, ma in veste di tramite, di racconto." 

Corpo che enuncia, che si dispiega. Totale estroflessione nei codici più o meno espliciti del disagio.
In un contesto che ne ridia sostanza, lì dove la depredazione è divenuta più evidente.

"Carne che si fa tessuto d’esperienza, nudità che si offre alla vista per raccontare di sé, semplicemente. Ossa che sporgono al di là del muscolo, come cordoni dolorosi di un’impalcatura in bilico."
Carne che aspira all'essere null'altro che se stessa, in una dimensione sociale di generale e reiterata inconsistenza.


Parliamo per capirci: non di sola anima vive l'uomo.


Self portrait, 2011


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